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Petroli S.p.A. |
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OPEC |
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OPEC L'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio meglio
conosciuta come OPEC (Organization of the Petroleum
Exporting Countries), fondata nel 1960, comprende
attualmente dodici paesi che si sono associati, formando un
cartello economico, per negoziare con le compagnie
petrolifere aspetti relativi alla produzione di petrolio,
prezzi e concessioni. La sede dell'OPEC, inizialmente
stabilita a Ginevra, a partire dal 1° settembre 1965 è stata
trasferita a Vienna.
Gli stati membri OPEC controllano circa il 78% delle riserve
mondiali accertate di petrolio, il 50% di quelle di gas
naturale e forniscono circa il 42% della produzione mondiale
di petrolio ed il 17% di quella di gas naturale. Il petrolio
viene esportato principalmente in Oceania, Europa
occidentale e Nord America. Il paese importatore più
importante è il Giappone che, da solo, fornisce mercato al
26,1% delle esportazioni di petrolio proveniente dall'OPEC;
gli Stati Uniti incidono per il 19,2% e l'Italia per il 5,4%
(dati relativi al 2005, pubblicati dall'OPEC).
L'organizzazione
parallela dell' OAPEC (Organization of Arab Petroleum
Exporting Countries), fondata nel 1968 nel Kuwait, si occupa
del coordinamento delle politiche energetiche dei paesi
Arabi parte dell'OPEC, teoricamente a fini di sviluppo e in
pratica per l'impiego dell'esportazione di petrolio come
arma politica. |
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Origini
L'OPEC nacque come risposta dei paesi produttori di greggio
al predominio economico delle aziende petrolifere straniere,
principalmente anglo-americane, che fin dagli anni '20 e
'30, attraverso una serie di concessioni per l'estrazione,
esercitavano un controllo pressoché assoluto sulla filiera
produttiva (riserve, estrazione, raffinazione e commercio).
Le compagnie straniere, conosciute come
"sette sorelle" -
termine coniato dall'italiano Enrico Mattei, storico dirigente dell'Agip
- tra il 1950 ed il 1970 arrivarono a controllare la quasi
totalità del petrolio mediorientale, definendo in maniera
unilaterale le quote di estrazione ed il prezzo da pagare ai
paesi produttori. Al fine di bilanciare l'offerta e la
domanda per evitare negative fluttuazioni nel prezzo e
mantenere così lucroso il loro business, le sette sorelle
imposero spesso quote di estrazione inferiori alla capacità
massima dei paesi produttori con ovvie ricadute sugli
introiti degli stessi. A questo punto è importante notare
come le esportazioni di petrolio rappresentassero, e
rappresentino tutt'oggi, la quasi totalità delle
esportazioni di molti paesi produttori, principalmente
quelli del Golfo Persico.
In aggiunta a queste sfavorevoli condizioni il 30 aprile
1959 il presidente americano Dwight Eisenhower varò il MOIP
- Mandatory Oil Import Program (programma obbligatorio per
le importazioni di petrolio) che limitava le importazioni
di petrolio al 9% del fabbisogno totale degli Stati Uniti.
Il MOIP era un programma economico di tipo protezionistico
inteso a raggiungere due obiettivi:
Difendere gli interessi delle compagnie petrolifere
americane che già da diversi anni operavano, attraverso le
loro lobbies, pressioni sul governo americano per limitare
le importazioni di petrolio.
Rendere gli Stati Uniti maggiormente indipendenti in campo
energetico attraverso un utilizzo più massiccio dei
giacimenti presenti sul territorio americano. Il petrolio
medio-orientale, pur essendo meno costoso, veniva infatti
estratto in zone strategicamente instabili con il rischio di
interruzioni nell'approvvigionamento.
Inoltre il MOIP tese a privilegiare le importazioni dal
Canada, importante alleato americano nell'era della Guerra
Fredda, sfavorendo nel contempo il Venezuela, all'epoca
principale esportatore di petrolio verso gli Stati Uniti.
Una clausola del programma definiva infatti che il petrolio
importato via terra (il Canada confina direttamente con gli
Stati Uniti e, per lo stesso motivo, la clausola ebbe
effetto anche sulle importazioni dal Messico) non era da
considerarsi «importato» ed esulava quindi dalla quota
massima di importazione.
L'insoddisfazione dei paesi medio-orientali per l'ingerenza
delle compagnie petrolifere straniere e quella del Venezuela
per i limiti imposti dal MOIP condussero, nel settembre
1960, l'Iraq a convocare una riunione nella quale discutere
future politiche comuni intese a proteggere gli interessi
dei paesi produttori. |
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Ruolo e storia
Stati membri dell'OPEC, in verde più chiaro sono indicate le
nazioni che ne hanno fatto parte in passato. Fondata il 14
settembre 1960 durante una conferenza a Baghdad, l'OPEC
consisteva in origine di soli cinque paesi membri (Iran,
Iraq, Kuwait, Arabia Saudita e Venezuela). I membri
dell'OPEC costituiscono un cartello il cui scopo e di
concordare la quantità e il prezzo del petrolio che queste
nazioni esportano. Attraverso sforzi coordinati, l'OPEC
cerca di regolare la produzione petrolifera e di gestire
quindi i prezzi del greggio, principalmente stabilendo delle
quote per i suoi membri.
I paesi membri detengono all'incirca i 2/3 delle riserve
mondiali di petrolio. Essi forniscono il 40% della
produzione mondiale di petrolio e la metà delle
esportazioni. Grazie all'OPEC, gli stati membri ricevono,
per il petrolio che esportano, considerevolmente più di
quanto riceverebbero se non ne facessero parte. "L'anno
scorso, gli 11 membri dell'OPEC hanno ricevuto 338
miliardi di dollari di entrate per l'esportazione del
petrolio, un incremento del 42 percento rispetto al 2003,
secondo cifre compilate dall'Energy Information
Administration" (New York Times, 28 gennaio 2005). Si
confrontino queste cifre con quelle del 1972, quando gli
esportatori di petrolio incassarono 23 miliardi di dollari
per le esportazioni, o con quelle del 1977, quando nel
seguito della crisi energetica del 1973, essi ricevettero
140 miliardi di dollari (Daniel Yergin, The Prize: The Epic
Quest for Oil, Money, and Power [Simon & Schuster, 1991], p.
634).
Poiché le vendite di petrolio a livello mondiale, sono
denominate in dollari statunitensi, i cambi nel valore del
dollaro rispetto alle altre valute, influiscono sulle
decisioni dell'OPEC circa la quantità di petrolio da
produrre. Ad esempio, quando il dollaro perde rispetto alle
altre valute, i membri dell'OPEC ricevono minori entrate per
il loro petrolio, causando dei tagli sostanziali nel loro
potere d'acquisto, poiché essi continuano a vendere petrolio
in dollari. Dopo l'introduzione dell'Euro, l'Iraq ha deciso
unilateralmente di voler accettare pagamenti in tale valuta
anziché in dollari. Alcuni sostengono che questa decisione
avrebbe potuto danneggiare seriamente l'economia
statunitense se fosse stata seguita dagli altri membri
dell´OPEC.
Le decisioni dell'OPEC hanno una considerevole influenza sui
prezzi internazionali del petrolio. Ad esempio, durante la
crisi energetica del 1973, l'OPEC si rifiutò di spedire
petrolio verso le nazioni occidentali che avevano sostenuto
Israele nella guerra del Kippur contro l'Egitto e la Siria.
Questo rifiuto provocò un incremento di quattro volte nel
prezzo del greggio, che durò per cinque mesi, dal 17 ottobre
1973 al 18 marzo 1974. Le nazioni dell'OPEC decisero, il 7
gennaio 1975, di innalzare i prezzi del petrolio grezzo del
10%.
Contrariamente ad altri cartelli l'OPEC è riuscito con
successo a incrementare il prezzo del petrolio per lunghi
periodi. Gran parte del successo dell'OPEC può essere
attribuito alla flessibilità dell'Arabia Saudita. Questa
nazione ha tollerato gli imbrogli sui patti da parte di
altri paesi membri, e tagliato la sua produzione per
compensare l'eccesso delle quote di produzione degli altri
membri del cartello. Questo fatto da alla nazione una buona
influenza, perché con molti membri a produzione piena,
l'Arabia Saudita è l'unico membro con capacità di scorta, e
l'abilità di aumentare la produzione se necessario.
Questa politica ha avuto successo, causando l'innalzamento
del prezzo del petrolio grezzo a livelli che erano stati
raggiunti, in precedenza, solo dai prodotti raffinati.
Comunque, l'abilità dell'OPEC di innalzare i prezzi ha dei
limiti. Un incremento nei prezzi del petrolio fa diminuire i
consumi, e può causare un decremento netto delle entrate.
Inoltre, una crescita continua del prezzo può incoraggiare
un cambio dei comportamenti, come l'utilizzo di fonti
alternative di energia o un maggiore risparmio.
Con l'avvicinarsi della guerra del Golfo del 1990-91, il
presidente iracheno Saddam Hussein sostenne che l'OPEC
doveva spingere verso l'alto il prezzo del petrolio,
aiutando così l'Iraq e gli altri stati membri, a ripianare i
debiti.
Ad agosto 2004, l'OPEC ha comunicato che i suoi membri
dispongono di poco margine di incremento della produzione,
indicando così che il cartello sta perdendo la sua influenza
sul prezzo del greggio. L'Indonesia sta riconsiderando la
sua appartenenza all'OPEC, essendo diventata un importatore
netto e non essendo in grado di soddisfare le sue quote di
produzione. Il primo gennaio 2007 entra a far parte
dell'OPEC l'Angola. |
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Paesi
membri |
Ci sono
12 paesi
attualmente
membri
dell'OPEC: |
Africa |
Medio
Oriente |
Asia |
Sud
America |
Algeria
1969 |
Iran
1960 |
Indonesia
1962 |
Equador
1973 /
92 |
Angola
2007 |
Iraq
1960 |
. |
Venezuela
1960 |
Gabon
1975/94 |
Kuwait
1960 |
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. |
Libia
1962 |
Qatar
1961 |
. |
. |
Nigeria
1971 |
Arabia
Saudita
1960 |
. |
. |
. |
Emirati
A.U.
1967 |
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Paesi
non
membri |
Ci sono 6 grandi paesi produttori di petrolio che non
aderiscono all'OPEC: |
Nord
America |
Medio
Oriente |
Asia |
Scandinavia |
Canada |
Oman |
Russia |
Norvegia |
Messico |
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U.S.A. |
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